Sono andata  a stanare Carla Nico, trovandola, come un fantastico personaggio delle favole, in una bellissima casa, non proprio nascosta nel bosco, ma quasi… tutta circondata dalla rigogliosa campagna lanuvina. Ho percorso cortili, giardini, patii e stanze, tante stanze piene di ceramiche, maschere e tante tele addossate una sull’altra, di tutte le dimensioni, in prevalenza di grande formato.

Sia nei dipinti che negli ambienti che Carla abita si afferra immediatamente una fertile creatività che emerge dappertutto, intrecciandosi come una pianta.

Sono andata a  stanare Carla Nico, trovandola spontanea con una fervida fantasia e, a tratti, con rivisitazioni colte di maestri, correnti, luoghi. Una natura benigna dal grembo generoso, che partorisce continuamente idee, progetti, opere.

In questo contesto così prorompente hanno confortato le mie suggestioni le donne di Carla, mollemente adagiate su broccati e sete; recumbenti su un lato, alla maniera etrusco-romana, veneta e poi tante altre volte ancora interpretata. Sono ricche di molli e sensuali lembi di grasso come odalische di Delacroix; perle di uno scrigno decorato minuziosamente, collocate davanti a tappezzerie sgargianti e matissiane, o bonnardiane.

Diverse sono le tante altre donne sedute frontalmente su imponenti seggi; incastonate nel quadro-finestra senza esserne imprigionate e invischiate come in un a tela alla maniera picassiana, ma dominanti, imperiose sovrane bizantine; moderne sì, ma anche antiche come madonne in trono:

Quando non ci sono i corpi, i volti o le maschere, in prevalenza femminili, ci sono echi decorativi del passato,di differenti epoche, come differenti e contrastanti sono i sentimenti di Carla nei confronti di questi frammenti di storia e di storia dell’arte…grottesche monocrome, nostalgici incroci e scherzi di natura.

Sempre, alla fine, sembrano affiorare qua e là sul supporto brani di iconografia classicheggiante, anche quando la fantasia più bizzarra e assurda sembra dominare su tutto.

                                                                                                                                                            Virginia VITTORINI