L’INFINITO  SENSO  DELLE  COSE
La cartapesta e altri materiali poveri
nei lavori di Carla Nico

Quel sottile senso delle cose che dà voce a definire la valenza artistica della creatività è la forza trainante su cui si sviluppano le opere di Carla Nico.

Esponente della nuova generazio ne dell’arte contemporanea, che in parte ripercorre il filone dell’arte povera, la Nico utilizza materiali come la cartapesta, sabbia, cenere, segatura, fibre e pigmenti colorati. E’ un bisogno ineluttabile, che l’autrice sente, di “fare arte”, guidata dall’abilità sensoriale delle mani a plasmare la carta macerata, modellando vasi, profili antropomorfi, volumi che si assemblano in maschere grottesche, figure che si compongono su supporti di legno o di masonite. Manipolando, plasmando, l’artista entra in un rapporto anoetico con questi materiali sino a sentirne la radice molecolare costituente la materia originaria.

Rappresentazioni che mettono in luce l’aspetto gnoseologico della composizione, restituendo, nel procedimento del comporre, immagini progenie, forme archetipe.
Un processo creativo complesso che si coniuga con l’attualizzazione di alcuni riferimenti contingenti al quotidiano vivere sociale; ad esempio, l’articolarsi di alcune maschere in rilievo su dei pannelli che vengono idealizzate livellandole sullo stesso piano. Un tessuto umano che non distingue le disuguaglianze morfologiche o cromatiche, ma che le assembla in un abbraccio di solidarietà. Le grottesche immagini di queste opere trascendono l’aspetto estetico che per l’artista rimane una sovrastruttura per trasmettere, nell’ancestrale visione dei loro tratti, la pura essenza della bellezza che le compone.

Non mancano in questa rassegna dipinti ad olio come “Genesi”, tematica che  aveva  impegnato la Nico nel 2000 a Genzano di Roma, nella personale  “Terra Aeterna ….antica e nuova madre”, dando adito  ad uno  sviluppo  di universalità a cui tutte le cose sono legate nel ciclo irreversibile dei  processi  naturali che per l’autrice racchiudono il senso delle cose.

Mentre nel recente lavoro “Non tempo” assembla vari materiali: stucco, vernice murale, colla, cercando di emulare una visione altra, con l’intento di carpire il concetto di eternità. Parafrasando possiamo dire che Carla Nico è una ricercatrice del “tempo della Vita”.
Una Vita che affiora, come dice l’artista, dai vasi, zucche e altro, riferimenti afferenti la simbologia della madre terra, del grembo materno, dell’abbondanza, una trasmutazione che la sua abilità manuale traduce in una grammatica di valori artistici proiettati in una rappresentazione olistica

Marzo 2006

Gehum Tabak